EXPO Ferroviaria 2021: le parole di Nietta Novielli, Amministratore Unico di AIAFF
Si è conclusa la decima edizione di EXPO Ferroviaria: grande successo a Rho Fiera Milano per la kermesse B2B, unica in Italia rivolta esclusivamente al settore ferroviario. L’evento, al quale hanno preso parte Generazione Vincente e AIAFF, ha visto l’affluenza di 10.000 esperti dell’industria, di cui 7.000 visitatori tra manager, dirigenti e ingegneri e la presenza di 188 espositori, provenienti da 14 paesi.
Per la prima volta EXPO Ferroviaria è stata anche un evento digitale, con la possibilità di seguire online seminari, presentazioni e conferenze e organizzare meeting sulla piattaforma dedicata. Proprio gli eventi organizzati da partner ed espositori sono stati un importante tassello di questa edizione, con 19 appuntamenti organizzati nei due Forum dedicati, oltre la cerimonia di apertura dove sono intervenuti Luigi Corradi – Amministratore Delegato e Direttore Generale di Trenitalia, Aldo Colombo – Direttore Generale Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile Regione Lombardia, Andrea Gibelli – Presidente FNM, Marco Piuri – Amministratore Delegato Trenord, Giuseppe Gaudiello – Presidente Assifer e Mario Virano – Direttore generale TELT.
Ad una delle conferenze di chiusura, tenutasi il 30 settembre, in particolare sul tema “Il treno e il macchinista – carenze organiche e offerte formative”, ha preso parte anche Nietta Novielli, Presidente AssoCF! (Associazione dei Centri di Formazione Ferroviaria Indipendenti) e Amministratore Unico di AIAFF (Accademia Italiana di Alta Formazione Ferroviaria). Queste le sue parole in merito al tema e ad EXPO Ferroviaria:
“Ringrazio Antonio Riva di Ferpress per averci riunito intorno a questo tavolo, è sempre utile avere occasioni di confronto per individuare le aree di miglioramento del settore.
Intervengo in qualità di Presidente dell’Associazione dei Centri di Formazione Indipendenti e Amministratore Unico di AIAFF per affrontare il tema della carenza dei macchinisti. Alla nostra Associazione aderiscono Training, Locomotivi, ITS TEC MOS e AIAFF, prima ancora di affrontare il tema della carenza di macchinisti abbiamo cercato di individuare gli strumenti a disposizione delle aziende per finanziare la formazione.
Sostanzialmente ad oggi le aziende dispongono di uno strumento utile per i lavoratori in forza, il fondo alimentato attraverso una quota della contribuzione INPS che consente di formare o convertire le professionalità già presenti in organico; i fondi interprofessionali sono stati istituiti con la lg 388/2000 (art.118) e consentono attraverso la destinazione dello 0.30% della contribuzione INPS al fondo a cui l’azienda aderisce, di assicurare la formazione continua.
Il Fondo Nuove Competenze, istituito durante la pandemia per investire sulle nuove competenze, è una misura molto utile alle aziende che finanzia sino a 250 ore per ogni dipendente, anch’essa destinata ai lavoratori in forza.
Di contro non esiste oggi uno strumento che finanzi la formazione in ingresso di nuove risorse, se non quello messo a disposizione dalle agenzie per il lavoro – come Generazione Vincente S.p.A. – finalizzato al contratto di somministrazione.
I privati che vogliano avvicinarsi al mondo ferroviario devono investire risorse proprie e somme ingenti per acquisire le competenze teoriche e successivamente devono adoperarsi per la ricerca attica del lavoro. Inoltre, non è certo che chi è disposto ad autofinanziare la formazione sia adeguato al ruolo, spesso a valle dell’iter formativo si riscontra che non vi è attitudine a ricoprire determinati ruoli e quindi il CdF non potrà agevolare il placement.
I ragazzi anagraficamente più giovani potrebbero usufruire di risorse pubbliche attraverso gli ITS frequentando percorsi da 1800-2000 ore ed è disposto ad attendere, chi è più avanti negli anni ha necessità di entrare più velocemente nel mondo del lavoro.
Il Decreto Legislativo n. 150 del 2015 istituisce l’ANPAL – Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro che dovrebbe occuparsi di fotografare i bisogni delle aziende e mappare le figure professionali richieste dal sistema produttivo nazionale. Di fatto, oggi manca un dialogo tra il Ministero del lavoro e il MIMS per soddisfare la domanda di macchinisti e preparatori del treno – altra figura molto richiesta dalle imprese merci e poco conosciuta dai non addetti ai lavori – si rende necessario quindi un link tra i due Ministeri in modo da destinare delle risorse pubbliche alla formazione delle figure del trasporto ferroviario. Se le IF evidenziassero i loro fabbisogni, i CdF potrebbero fornire adeguate risposte alla domanda di macchinisti lavorando sulla programmazione dell’offerta formativa nel medio/lungo periodo, nel breve periodo non è possibile soddisfare una domanda che richiede percorsi formativi di lunga durata anche a causa della carenza degli Istruttori.
Mutuando il modello del Fondo Formatemp, fondo per la formazione dei lavoratori somministrati istituito a seguito dell’introduzione in Italia del lavoro interinale con il Pacchetto Treu, si potrebbe istituire analogo fondo presso il MIMS in modo da far confluire risorse pubbliche ai CdF per la formazione dei macchinisti, PDT, ecc. e consentire alle Imprese che garantiscano il placement di usufruire di voucher o decontribuzione per il primo periodo di assunzione in modo che abbiano uno sgravio del costo del lavoro quando le risorse non sono ancora produttive e possano retribuirle in maniera più adeguata per ridurre i rischi del turnover quando invece saranno entrate a pieno regime nel processo produttivo. Di fatto alcune tipologie contrattuali che consentono alle imprese di ridurre i costi del lavoro e della formazione in ingresso, non garantiscono la fidelizzazione dei lavoratori, mi riferisco ad esempio al contratto di apprendistato o al tirocinio formativo e di conseguenza si registra una fuga di risorse dalle imprese minoritarie a quelle che hanno maggiore attraction. Il tirocinio formativo che sarebbe un ottimo strumento per formazione propedeutica all’assunzione si scontra con la diversa regolamentazione tra le regioni che definisce i parametri minimi di compenso per il tirocinante. Ogni regione stabilisce un diverso compenso per il tirocinante.
Si evidenzia, inoltre, come i CdF pur avendo un riconoscimento ANSFISA con valenza nazionale, non sono considerati al pari di altri soggetti e non possono accedere ai fondi pubblici gestiti dalle regioni al pari degli ITS e degli enti di formazione regionali; per accedere alle risorse del FSE o a fondi nazionali, i CdF dovrebbero accreditarsi nelle singole regioni nel rispetto dei regolamenti di ogni regione e sostenendo costi importanti.
Nel PNRR sono previste somme ingenti destinate al trasporto ferroviario, questo sarebbe un momento ottimale per far confluire risorse ai CdF che investono capitali propri per competere su un mercato che oggi risulta ingessato.
Ben venga la presenza di due associazioni di categoria, AssoCF! e Fercargo Formazione, che possa stimolare il confronto, si rende però necessario un dialogo costante, essere uniti ci consente di suggerire proposte congiunte che possano rendere più fluido l’accesso ai fondi pubblici da parte di tutti gli stakeholders e di superare alcune limitazioni “tecniche” che hanno ingessato il settore della formazione, non ultimo la carenza di Istruttori.
Concludo auspicando di ritrovarci nel breve ad un nuovo tavolo di confronto in cui invitiamo anche MIMS e Ministero del lavoro al fine di favorire l’auspicato incrocio tra offerta formativa e domanda di macchinisti.
Resto a disposizione per proseguire tale confronto e colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di EXPO Ferroviaria 2021 e le migliaia di visitatori che hanno riempito per tre giorni i padiglioni di Rho Fiera”.